CAROLINA FERRARA
TESTI CRITICI
“Un percorso ricco di insidie quelli che porta alla figurazione. Un percorso molto spesso ostacolato dai così detti “nuovi intellettuali” che vedono nella follia del segno l’arte dalla quale ripartire per creare un secondo rinascimento.
Un percorso a mio avviso che invece va seguito al fine di poter arrivare a quella poesia visiva che caratterizza il “detto” su tela da parte di Carolina Ferrara.
Un’artista capace di saper dialogare con la propria anima di rappresentarne i sussulti su tela. Un’artista dalla linguistica raffinata. Un’artista che nelle sue opere libera la donna, imbrigliata nei vincoli imposti dalla società di massa, per darle una nuova collocazione. I suoi soggetti sono intrisi di pathos e umanità, mettono a nudo di fronte all’osservatore la travolgente irruenza dei sentimenti, che fanno vibrare i corpi, le posture, gli sguardi.
Ci troviamo di fronte ad un’artista che fa del sentimento il suo plus valore.
Carolina indaga i luoghi più reconditi della mente umana e attraverso le sue figure li riporta alla luce.
Pittrice di grande sensibilità, proietta le sue realtà su una tela che non aspetta altro che essere dipinta. Una tela che si colora di emozioni e si presenta agli occhi attenti dell’osservatore”.
Salvatore Russo Ea editore 2012
“Esempio di come talvolta l’arte sia elegante per natura, rifuggendo da qualsiasi accademismo e trovando rifugio in un’estetica che è prima di tutto sensualità radicata nell’immagine.
Questa è proprio l’estetica esaltazione dell’istintività umana dell’opera di Carolina Ferrara.
Il suo segno pittorico si destreggia tra movimento ed equilibrio formale, la posa rilassata dei soggetti abbraccia l’inquietudine del loro moto interiore. Il figurativo si presenta composto ed esaltato nel giusto modo, reale e intimistico, senza mai sfociare in un iperrealismo fotografico.
I toni cromatici di matrice Freudiana esaltano lo sfondo in cui si stanziano i volti femminili della Ferrara, ma il segno pittorico, rispetto a Lucien Freud si presenta sottile, lineare, non esageratamente pastoso e soprattutto mai sgraziato.
Nei piccoli particolari si adagiano gli elementi simboli di un esistenzialismo poetico, alla ricerca di un’espressività e di una visione che va oltre la circostanza concreta. Gli olii su tela, chiari nei volti, cuoi nella scenografia, avvolgono la realtà con l’essenza degli elementi, per una descrizione che non è narrazione diretta, svelandosi, ma conservando una certa aura di mistero.
In sostanza, l’alta qualità figurativa dell’opera della Ferrara esalta la profondità del pensiero che essa rappresenta, sposando un esistenzialismo di matrice poetica e soprattutto intimista”.
Giorgio Grasso per Galleria Farini Concept Palazzo Fantuzzi Bologna 2014
“Sguardo di un’artista che viaggia attraverso il sentimento, la passione del momento, la sensazione, il frammento di vita, l’esistenza dei suoi personaggi o degli elementi simbolici utilizzati per descrivere la realtà in modo poetico, alla ricerca di un’espressività e di una visione che vada oltre la circostanza concreta.
Le interessano i personaggi, le loro storie, ciò che comunicano e cerca di catturare gli istanti e la scenografia che definiscono la loro opera di attori.
I suoi olii su tela, molto chiari, avvolgono la realtà con l’essenza degli elementi, per una descrizione che non è narrazione diretta, svelandosi, ma conservando una certa aura di mistero.
A volte diretta, altre scenica, in generale chiara ma alla ricerca degli aspetti più documentati di una messinscena pensata, calibrata, decisiva nella sua descrizione, per comunicarci aspetti di una realtà che, visti singolarmente, possono apparire in un modo, ma nell’insieme cambiano, perché offrono una prospettiva più ampia.
Riflette i momenti, quei momenti universali, ma al tempo stesso unici per ognuno, visti attraverso il filtro del sentimento, del cuore, con passione, cercando l’emozione e il sentimento perché non rinuncia alla vibrazione della palpitazione.
Lavora l’olio senza eccessi di materia, esplorando le nuances di colore e l’effetto sfumato, imprimendo colore in alcune zone precise, se necessario, senza rinunciare al dettaglio, perché cura la composizione nel suo insieme.
È una pittrice che dipinge per riflettere il cuore attraverso il sentimento e sfiora le dinamiche dell’esistenza nella presenza emotiva delle situazioni”.
Joan Lluís Montané. Asociación Internacional de Críticos de Arte (AICA)
“La cosa che più colpisce nell’arte di Carolina Ferrara è la straordinaria attualità delle sue opere. Chi ha mai detto (ahimè lo hanno detto in molti!) che l’arte visiva per essere moderna debba essere astratta, debba cioè negare la figurazione della realtà esterna, come se questa non esistesse.
Essa invece esiste ed è fatta di persone e di cose, ma sono le persone che contano, e soprattutto non sono come appaiono: bisogna indagare, cogliere nell’interiorità loro le ragioni della loro esistenza, che si rivelano nel loro aspetto e nel loro modo di essere. La capacità di indagine psicologica che Carolina Ferrara rivela nelle sue figurazioni di volti umani è pari almeno alla qualità artistica del risultato che nel recupero delle fattezze “reali” dei volti, mentre conferma la sussistenza della realtà esterna, verifica le possibilità cognitive.
E allora il rapporto tra l’artista e la realtà umana che la circonda assume le ragioni stesse di una visione del mondo: una sorta di pensiero riflesso che si svela nella struttura compositiva delle opere oltre che, prima ancora, negli atteggiamenti dei volti presi ad oggetto. Perché in questi ritratti si annida un discorso dell’artista che di volta in volta rinvia a ragioni ed esigenze diverse, ma sempre aderenti alla realtà rappresentata.
Però di opere d’arte si tratta e non di un manuale di psicologia. E c’è solo un rischio, che l’alta qualità figurativa dissimuli la profondità del pensiero che essa rappresenta”.
Bruno Rosada
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