MARINA CARBONI
BIOGRAFIA
Marina Carboni nasce a Genova nel 1952. Si diploma al Liceo Artistico N. Barabino nel 1970 e, successivamente, frequenta i corsi dell’Accademia Ligustica di Belle Arti. Nel 2006 consegue un secondo diploma presso il Liceo Artistico Paul Klee indirizzo arti visive. Inizia la sua ricerca pittorica negli anni ’60 dando così inizio all’attività espositiva. Agli inizi degli anni settanta entra a far parte del Gruppo Acquasola, un gruppo di pittori liguri che già dal 1954 si riuniva per uno scambio di opinioni e di esperienze in campo artistico e partecipa a numerose mostre collettive e personali. Per un lungo periodo non ha più esposto al pubblico senza però tralasciare la ricerca artistica indirizzata sia alla riflessione pittorica che alla distribuzione e decorazione di ambienti, alternata alla professione di disegnatrice architettonica e allo studio. Da diversi anni ha ripreso la sua attività pubblica partecipando a mostre e concorsi nazionali e internazionali.
TESTO CRITICO
Esiste un momento topico della storia dell’umanità e della nostra cultura che ha contraddistinto tutto il Novecento: la scoperta dell’inconscio e l’invenzione della psicoanalisi. Da quel momento in poi l’uomo si è posto di fronte al mondo con un doppio sguardo che non appartiene più solo alla sfera magica primitiva, ma alla consapevolezza che ognuno di noi vive tra due realtà, tra due mondi: interno ed esterno.
La vita è anche sogno: è proiezione dei nostri desideri, dei nostri bisogni, delle nostre emozioni. L’arte diventa lo strumento per eccellenza attraverso il quale poter esprimere il mondo interiore e il Surrealismo ne diventa la corrente più rappresentativa. Marina Carboni ne subisce il fascino fin dai suoi esordi. I suoi primi lavori, negli anni ’70, ricordano paesaggi onirici vicini a quelli di Salvador Dalì, ma dopo un periodo che l’artista stessa definisce “periodo di evoluzione”, giunge all’ultima intensa e originale soluzione creativa. Marina Carboni propone il suo lavoro secondo un percorso di maturazione che non appartiene solo all’artista, ma all’uomo, nel caso specifico alla donna: lei cambia e la sua arte cambia. Un ponte di collegamento denso e mai interrotto tra il “suo dentro” e il “suo fuori” che oggi è capace di rappresentare una sintesi non solo creativa, ma filosofica che racconta il suo porsi alla vita.
Le opere di Marina Carboni descrivono un mondo che non appartiene mai alla certezza. Tutto è mutevole. Fluido. Che sia un paesaggio o una figura non importa, entrambi non si collocano in uno spazio definito da sole ascisse e ordinate. La forma si sforma. La linea si arrotonda. La prospettiva si rovescia e il cielo si confonde con la terra. Tutto potrebbe essere tutto. La terra può diventare acqua quanto un volto la struttura di un paesaggio. Chi non ha mai visto un’opera di Marina leggendo queste righe potrebbe ricondurla ad uno degli artisti contemporanei che tanto hanno raccontato l’angoscia dei tempi moderni fatta di troppi e veloci cambiamenti, di perdite di identità e ruoli, di mancanza di prospettive. Ma non è così.
Marina non ha paura dell’indeterminatezza perché non lascia sulla tela spazi oscuri, colature, forme spezzate, lei, della variazione della forma, della sovrapposizione di spazio e tempo, della somma di prospettive e trasparenze ne fa un armonioso racconto ammaliante quanto l’ascolto di una musica. Nessuno osservatore delle opere di Marina può restare fuori dalla tela. Necessariamente ci entra, nonostante la bidimensionalità, come se stesse sfogliando un libro fatto di pagine di carta velina. Ogni foglio è il frammento di una forma e, se nel dettaglio rimane tale, nel susseguirsi delle sovrapposizioni si trasforma fino a prendere senso, corpo, sostanza, esistenza, storia.
Le sue opere sono un’esperienza emozionale che riesce a culminare sempre nella percezione di una totalità e di un’armonia. Il nero non ingoia mai perché si manifesta nelle sue sfumature di grigio fino a fondersi nei gialli caldi del sole, nei bruni della terra, negli azzurri del cielo e nelle trasparenze dell’acqua. Acqua, terra, cielo e fuoco sono plasmate da Marina con tutto l’inconscio creativo femminile che le appartiene e la completa. La sua firma pittorica, infatti non è data dal nome, ma da un segno ricorrente e, qualche volta, subliminale: il cerchio.
Marina Carboni porta questa firma. Un cerchio più o meno evidente è presente in ogni suoi dipinto. E’ come se l’imperfezione e l’incertezza di ogni oggetto rappresentato, nonostante tutto il suo divenire e fluire, appartenga a un ciclo che è sintesi di perfezione assoluta. Non importa se il cerchio sia il punto di partenza o di fine perché ogni fine porta il seme di un nuovo inizio. Ogni cerchio, infatti, una volta scoperto nel dipinto, cattura lo sguardo e porta l’osservatore altrove verso un’altra idea di forma, completamente opposta a quella “irrigorosa” e resa dominante dall’artista. Apre uno sguardo verso un altro dove, un altro esistere.
Melina Scalise
THE SYNTHESIS OF THE CIRCLE by Melina Scalise
There is a defining moment in human history and in our culture that has marked the whole of the twentieth century: the discovery of the unconscious and the invention of psychoanalysis. From that moment on, man was placed in front of the world with a double look that no longer belongs to the primitive mystic aura, but to the knowledge that each one of us lives between two realities, between two worlds: internal and external. Life is also a dream: it is a projection of our desires, our needs and our emotions. Art becomes the instrument par excellence through which to express one’s inner world and Surrealism becomes the current that best represents this new outlook. Marina Carboni is fascinated by this conception since the very beginning of her artistic life. Her early works in the 70s recall dreamscapes close to those of Salvador Dali but after a period that the artist herself defines as “period of evolution”, Marina’s canvases reach the ultimate understanding and original creative solution. Marina Carboni proposes her work according to a maturation process that does not belong only to the artist but to whole of mankind, in this case to a woman: she changes and her art changes. A dense, un-interrupted linking bridge between the “inner self” and the “outer self” that to this day is able to represent not only a creative, but a philosophical synthesis that tells the colorful story of Marina Carboni’s way of life.
Marina Carboni’s work describes a world that never belongs to certainty. Everything is changing. Fluid. It does not matter whether it’s a landscape or figure, both do not lie in a world defined merely by x and y axis. The shape is transformed. The line is rounded. The perspective is reversed and the sky merges with the earth. Everything could be anything. The ground can become water as well as a face can become the structure of a landscape. Those who have never seen any of Marina’s works, by reading these lines, could lead her back to one of the contemporary artists who have recounted the anguish of modern times made of too many and rapid changes, loss of identity and roles and lack of prospects. But it is not so.
Marina is not afraid of indeterminacy: she doesn’t leave dark spaces on the canvas, sagging areas or broken forms but instead she uses the change of form, the overlap of space and time, the combinations of different perspectives and transparencies to create a harmonious narrative tale as mesmerizing as the listening of music. In Marina’s works no observer can stay outside the canvas. Necessarily enters it, despite the two-dimensionality, as if one was flipping through a book made of tissue paper pages. Each sheet is the fragment of a form and, if this remains itself in details, in the succession of overlapping layers ends up losing sense, life, substance, existence, history.
Her works have an emotional experience that always culminates in the perception of totality and harmony. Black never swallows because it manifests itself in its endless shades of gray until it merges in the yellow of the hot sun, the brown of the earth, the blue of the sky and crystal transparencies of the water. Water, earth, air and fire are shaped by Marina with the entire feminine creative unconscious that belongs to her and completes her. Her painterly signature, in fact it is not given by her name, but by a recurring and sometimes subliminal sign: the circle.
Marina Carboni carries this signature. A more or less obvious circle is present in each of her paintings. As if the imperfection and uncertainty of each object represented, despite all its becoming and flowing, it belongs to a cycle that is synthesis of absolute perfection. No matter if the circle is the starting or ending point because every end brings the seed of a new beginning. Each circle, in fact, once discovered in the painting, catches the eye and leads the observer elsewhere to another idea of form, completely antithetical to the “disfigured” reality that is made so dominant by the artist. It opens a glimpse into another where, another existence.
MOSTRE COLLETTIVE E PERSONALI negli anni ’70 riscontrabili sul sito www.marinacarbonipittrice.it
PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE RECENTI (DAL 2013):
– Varie collettive organizzate dalla Galleria Satura, Genova
– Arte Genova, IX Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea
– Varie collettive presso Galleria Made4Art, Milano
– Varie collettive presso Galleria Merlino, Firenze
– Varie collettive presso Galleria Expertise, Firenze
– Varie collettive presso Museo MIIT, Torino
– Collettiva presso Galleria Wikiarte, Bologna
– Collettiva presso il Priamar, Savona
– Collettiva presso Crypt Gallery, St. Pancras Church, Londra
– Collettiva Città di Grugliasco, Torino
– Collettiva Palazzo della Provincia, Savona
– Collettiva Fiera dell’Arte Contemporanea, Milano
– Varie collettive presso gli ospedali dell’ex O.P., Genova
– Collettiva presso Biblioteca Nazionale Universitaria, auditorium Vivaldi, Torino
– Collettiva presso Palazzo Velli, Roma
MOSTRE PERSONALI RECENTI:
– 2013 – Genova – Galleria Arte&Grafica
– 2015 – Rapallo – Antico Castello sul mare
– 2016 – Milano – Casa Museo Spazio Tadini
– 2017 – Genova – Palazzo Ducale Cortile Maggiore, a cura di Divulgarti
– 2017 – Genova – Palazzo San Giorgio
– 2018 – Genova – Museo del Mare Galata (in programmazione)
PREMI PRINCIPALI:
– Premio Presidente della Giuria Arti Visive – XXXIII Premio Firenze 2015 – Centro Culturale Firenze – Europa “Mario Conti” – Quadro esposto a Palazzo Vecchio, Sala dei Cinquecento
– 2^ Premio ex aequo, Fiorino d’Argento – XXXIV Premio Firenze 2016 – Centro Culturale Firenze – Europa “Mario Conti” – Quadro esposto a Palazzo Vecchio, Sala dei Cinquecento
– Primo Premio “Premio Fondazione Casa America” 2017 – “Le Americhe tra sogno e realtà” – Genova
– 3^ Premio ex aequo, Fiorino di Bronzo – XXXV Premio Firenze 2017 – Centro Culturale Firenze – Europa “Mario Conti” – Quadro esposto a Palazzo Vecchio, Sala dei Cinquecento
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:
Varie menzioni su cataloghi, riviste e quotidiani nazionali
– Profili d’Artista – Percorsi d’Arte Contemporanea – a cura di Mario Napoli – 2013
– Dizionario degli Artisti Liguri del XX e XXI secolo – De Ferrari editore – 2016
– Catalogo dell’Arte Moderna n^53 – Editoriale Giorgio Mondadori – 2017

“Africa bianca”, acrilico su tela, cm 100×100, 2016 1.500 €

“Come in una fiaba”, acrilico su tela, cm 100×100, 2017 1.500 €

“Dal basso della piazzetta”, acrilico su tela, cm 80×120, 2015 1.500 €

“I miei capelli”, acrilico su tela, cm 100×100, 2016 1.500 €

“Il mare sale i gradini”, acrilico su tela, cm 100×100, 2017 1.500 €

“Il velo”, acrilico su tela, cm 100×80, 2017 1.500 €

“Il volo della Polena”, acrilico su tela, cm 120×80, 2017 1.500 €

“Liberty esagerato – “Cesto di frutta 2”, acrilico su tela, cm 100×80, 2016 1.500 €

“Liguria-Cinque Terre”, acrilico su tela, cm 80×120, 2014 1.500 €

“Lucifero o forse soltanto una Polena”, acrilico su tela, cm 100×100, 2017 1.500 €

“Nereide”, acrilico su tela, cm 100×100, 2017 1.500 €

“Nereide dal rosso del mare”, acrilico su tela, cm 100×100, 2017 1.500 €

“Polena”, acrilico su tela, cm 100×100, 2015 1.500 €

“Quando si va incontro alla vita”, acrilico su tela, cm 100×100, 2017 1.500 €

“Una strana primavera”, acrilico su tela, cm 120×80, 2017 1.500 €
- "Quando si va incontro alla vita", acrilico su tela, cm 100x100, 2017
1.500 €
- "Polena", acrilico su tela, cm 100x100, 2015 1.500 €
- "Nereide dal rosso del mare", acrilico su tela, cm 100x100, 2017 1.500 €
- "Nereide", acrilico su tela, cm 100x100, 2017 1.500 €
- "Lucifero o forse soltanto una Polena", acrilico su tela, cm 100x100, 2017 1.500 €
- "Liguria-Cinque Terre", acrilico su tela, cm 80x120, 2014 1.500 €
- "Liberty esagerato - "Cesto di frutta 2", acrilico su tela, cm 100x80, 2016 1.500 €
- "Il volo della Polena", acrilico su tela, cm 120x80, 2017 1.500 €
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- "Dal basso della piazzetta", acrilico su tela, cm 80x120, 2015 1.500 €
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- "Come in una fiaba", acrilico su tela, cm 100x100, 2017 1.500 €
- "Africa bianca", acrilico su tela, CM 100x100, 2016 1.500 €
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