Vienna – Istituto Italiano di Cultura
Vienna – Istituto Italiano di Cultura – Sentieri di Pensieri – 16 ottobre – 14 novembre 2014
Guido Folco – Italia arte – Museo MIIT presentano
SENTIERI DI PENSIERI
Bellezza e sperimentazione in Italia dal ‘900 ad oggi, da Guttuso a Boetti
ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI VIENNA
16 Ottobre – 14 Novembre 2014
All’inaugurazione si terrà un concerto tenuto dal Conservatorio di Campobasso
Mostra a cura di Guido Folco, Italia Arte, Museo MIIT
GUIDO FOLCO
DIRETTORE MUSEO MIIT – “ITALIA ARTE”
Nel percorso ormai pluriennale di “Italia Arte” e Museo MIIT, diretti da Guido Folco, tra le principali istituzioni artistico-culturali italiane e straniere, gli Istituti Italiani di Cultura rivestono da sempre un punto di riferimento fondamentale per il loro ruolo strategico di valorizzazione e diffusione della storia del nostro Paese. Una storia costruita nei secoli, abbracciando il gusto raffinato della classicità come delle sfarzose corti rinascimentali, un equilibrio e un’armonia stilistica che ancora oggi, a distanza di tanto tempo, rimane evidente nel dna dei nostri artisti. In particolare, questa mostra, intitolata “Sentieri di Pensieri”, ospitata dall’Istituto Italiano di Cultura di Vienna diretto da Clara Bencivenga Trillmich e curata da Guido Folco, Italia Arte e Museo MIIT, prende spunto dal quadro di un autore storico delle avanguardie novecentiste italiane e internazionali, Alighiero Boetti. A rappresentare l’Arte Povera all’Istituto Italiano di Cultura di Vienna, ultimo movimento italiano dal respiro internazionale, l’opera “Sentieri di Pensieri” di Alighiero Boetti, quindi, ma anche un bellissimo “Tappeto Natura” di Piero Gilardi (Torino 1942) degli anni Settanta, rappresentante un “Greto torrentizio”. Collezionato dai principali musei di tutto il mondo, compreso il Moma di New York, Piero Gilardi è stato tra i primi sperimentatori della computer art e dell’arte legata alla tecnologia, realizzando sculture interattive con il pubblico dei visitatori delle sue mostre e opere in movimento.
Il percorso nei Sentieri di Pensieri del ‘900, nella mostra curata da Guido Folco, Italia Arte e Museo MIIT all’Istituto Italiano di Cultura di Vienna, inizia però negli anni precedenti, con una grafica storica di Amedeo Modigliani (Livorno 1884-Parigi 1920), dal tratto esule e lieve come un sospiro, eppure tagliente e sicuro nel disegnare lo spazio e la forma. Tra gli autori scelti come ‘portavoce’ delle loro varie epoche e delle correnti che hanno caratterizzato il secolo scorso, Antonio Carena (Rivoli 1925-2010) che nel 1949 partecipa alla “I Mostra Art Club Internazionale”, un’importante rassegna itinerante presentata da Albino Galvano a Palazzo Carignano di Torino, che poneva in relazione gli artisti torinesi con quelli scelti dagli organizzatori-Prampolini, Beck, Batiss e Jarema a Roma-e presentava, tra le altre, opere di Burri, Turcato, Spazzapan, Dorazio, Severini, Sironi. Invitato, appena venticinquenne, alla XXV Biennale di Venezia del 1950, prosegue il percorso prestigioso precedentemente culminato, nel 1948, alla collezione Guggenheim, nell’ambito della Biennale dell’anno prima, insieme all’antologica di Picasso e personali di Braque, Klee e Turner. Per la prima volta in Europa furono in mostra (e Carena poté ammirarle) le nuove recenti ricerche dell’action painting nordamericana, con sei dipinti di Pollock, Still, Baziotes, Rothko, Motherwell, oltre i caposaldi della cultura figurativa contemporanea da Arp, Ernst, a Calder e Masson. Per proseguire con il percorso dei Sentieri di Pensieri, la mostra curata da Guido Folco, Italia Arte e Museo MIIT presenta un esponente di spicco della Secessione Romana, Virgilio Guidi (Roma 1891-Venezia 1984): l’artista raggiunge il successo alle Biennali veneziane del 1922, del ‘24 e poi, successivamente, del ‘28, del ‘29, del ‘35, fino ad avere per anni una sala personale nell’ambito della rassegna lagunare (edizioni in particolare degli anni a cavallo tra il 1940 e il 1950), a cui fa seguito la partecipazione alla prima mostra di “Novecento italiano” del ‘26 e alla Quadriennale di Roma.
La sua è una pittura sospesa tra rimembranze antiche, in particolare lo studio su Piero della Francesca e moderna ricerca sulla forma e sulla luce, che declina in senso metafisico e impalpabile, in particolar modo nelle sue “Venezie” sospese tra mare e cielo. Di Raffaele De Grada (Milano 1885-1957), a cui Italia arte e Museo MIIT hanno dedicato altre esposizioni in passato, curate da Guido Folco, si presenta, all’Istituto Italiano di Cultura di Vienna, un tipico disegno a carboncino degli anni Venti, un casolare toscano che testimonia il lungo e artisticamente proficuo legame dell’artista con quella terra, fin dagli anni successivi alla sua venuta in Italia, dopo una giovinezza trascorsa in Svizzera, di cui ci restano alcuni splendidi esempi di paesaggi alpini. La “Bagnante” di Francesco Messina (Linguaglossa 1900-Milano 1995) recupera la forma scultorea classica tipica dell’autore, ospitato dalla Biennale veneziana ripetutamente tra il ‘22 e il 29, esponente di primo piano di “Novecento italiano” e in seguito direttore di Brera. Del Gruppo dei Sei di Torino (Levi, Chessa, Menzio, Boswell, Paulucci, Galante) nell’ambito della mostra Sentieri di Pensieri curata da Guido Folco è presentata l’opera “La vela bianca” di Enrico Paulucci (Genova 1901-Torino 1999), massimo esponente della compagine idealmente e concettualmente formatasi intorno alle idee di Lionello Venturi, presente con una personale alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966 e alla Quadriennale romana, nonchè direttore dell’Accademia Albertina di Torino dal ‘55. Una pittura, quella dei “Sei”, che segna il ritorno a un naturalismo antiaccademico, pulsante di colore, dalla pennellata rapida e intrisa di pigmento, libera come il pensiero che volevano affermare. Di Albino Galvano (Torino 1907-1990) è esposta una tecnica mista di pieno periodo MAC?Movimento Arte Concreta, corrente di rottura rispetto all’accademismo del tempo, di cui fu animatore, dal 1948, assieme a Gillo Dorfles, Nino Di Salvatore, Gianni Monnet, Bruno Munari, Filippo Scroppo, Atanasio Soldati. Presente alla I Quadriennale di Roma del 1931, Renato Guttuso (Bagheria 1911-Roma 1987) è il simbolo dell’Espressionismo e del Realismo italiano e internazionale, fortemente caratterizzato da uno sguardo sociale che diventa arte e impegno, documento e fotografia di un’epoca e delle lotte operaie.
Negli anni Trenta-Quaranta frequenta l’ambiente artistico romano di tendenza antinovecentista: Alberto Ziveri, Antonietta Raphael, Mario Mafai, Marino Mazzacurati, Pericle Fazzini, Corrado Cagli, Toti Scialoja e si tiene anche in contatto col gruppo milanese Corrente di Ernesto Treccani (Milano 1920-2009), presente in mostra con uno splendido olio, Giacomo Manzù, Aligi Sassu. Esponente di spicco del Realismo italiano, Orfeo Tamburi (Jesi 1901-Parigi 1994) partecipa nel 1939 alla III Quadriennale di Roma e, insieme a Guttuso, Guzzi, Montanarini, Ziveri, Fazzini, espone nel gennaio 1940 alla Galleria di Roma, mentre l’anno successivo è alla Biennale di Venezia. Italo Cremona (Cozzo Lomellina 1905-Torino 1979) presente alla XXII Biennale di Venezia del 1940 e, successivamente, ad altre otto edizioni, Cremona rappresenta l’ideale di pittore indipendente, seppur molto coinvolto nella scena artistica italiana del periodo, grazie alla sua amicizia con Felice Casorati e con i Secondi Futuristi, nonchè con Mino Maccari, con cui collaborò nella rivista storica “Selvaggio” dal 1931 al ‘42. Pippo Oriani (Torino 1909-Roma 1972) è tra i principali maestri del Secondo Futurismo, amico di Enrico Prampolini, influente artista e scenografo modenese. la sua è un’arte in cui le influenze dei movimenti internazionali tra fine Otto e inizio Novecento giungono alla massima espressione di sintesi, in un’osmosi che unisce sapientemente le istanze post cubiste a quelle futuriste. Ezio Gribaudo (Torino 1929) è artista eclettico e interessantissimo e non poteca mancare una sua opera nei “Sentieri di Pensieri” ospitati all’Istituto Italiano di Cultura di Vienna: negli anni ‘50 inizia a lavorare per Einaudi, come correttore di bozze delle pubblicazioni di grandi autori fra cui Cesare Pavese e i grandi romanzieri russi dell’Ottocento, in particolare Fedor Dostoievskij.
Durante un soggiorno a Cannes fa varie visite a Pablo Picasso, in quel momento residente a Vallauris. Aiuto architetto per il Comune di Torino, lavora a fianco di grandi esperti del settore, maturando una concezione nuova dello spazio e della ricerca. Anche editore, negli anni Sessanta incontra il gruppo Cobra; con Asger Jorn, Pierre Alechinsky e Karel Appel nasce un vero e proprio sodalizio che condurrà alla pubblicazione di molti volumi di grande significato sulla storia del gruppo, sulle singole personalità e su alcuni ”progetti speciali”. Invitato alla XXXIII Biennale Internazionale di Venezia, vince il prestigiosissimo Premio Ufficiale riservato a un artista grafico italiano, esperienza a cui seguiranno molte altre partecipazioni a rassegne internazionali di primo piano. In mostra, una splendida Combustione, simbolo di un’arte controcorrente e spregiudicata, provocatoria e concettuale che ha caratterizzato buona parte del secolo scorso. Pinot Gallizio (Alba 1902-1964) con Asger Jorn fonda nel 1956 ad Alba il “Primo laboratorio sperimentale per una bauhaus immaginista”, iniziando un’attività febbrile che lo porta, nel 1956, ad organizzare ad Alba il “Primo congresso mondiale degli artisti liberi” cui partecipano Ettore Sottsass, Piero Simondo, Enrico Baj, Constant, Gil Wolman e Elena Verrone. Invitato da Maurizio Calvesi alla Biennale veneziana del 1964, Pinot Gallizio apre nuove ricerche avanguardiste che saranno seguite dal Gruppo Azimut di Piero Manzoni, Enrico Castellani e Agostino Bonalumi. Aldo Mondino (Torino 1938-2005), di cui il Museo MIIT e Italia Arte avevano già presentato opere in passato, è collegato spesso a Vienna, grazie alla splendida personale allestita nel 1991 al Museum fûr Moderne Kunst – Palais Lichtenstein. Presente alle Biennali veneziane del 1976 e del 1993, Mondino è considerato tra i più originali esponenti dell’arte italiana, amico di Sebastian Matta e vicino al Surrealismo, che seppe interpretare con personale visionarietà. La sezione storico si completa con due opere di Aligi Sassu (Milano 1912-Pollenca 2000) e Remo Brindisi (Roma 1918-Lido di Spina 1996).
Aligi Sassu è invitato alla Biennale di Venezia del ‘28 da Marinetti, per poi proseguire la sua formazione artistico-sociale con uno spiccato senso antifascista, tra Francia, Spagna, Germania. Remo Brindisi è stato Presidente della Triennale di Milano e partecipa, soprattutto tra gli anni ‘40 e ’50, a numerose Biennali di Venezia e Quadriennali di Roma. Amico di Ardengo Soffici e Ottone Rosai, presenta la sua prima personale a Firenze nel ‘40 con la critica di Eugenio Montale. Nel ‘47 entra nel Gruppo Linea, a Milano, per poi aderire al Realismo. In mostra, oltre alla sezione storica per cui si ringraziano i prestatori, anche una selezione di maestri contemporanei italiani, che completa il percorso tra ieri e oggi, all’insegna del gusto e dello stile. Per la sezione contemporanea, Italia Arte, Museo MIIT, diretti da Guido Folco, presentano nell’ambito della mostra Sentieri di Pensieri le opere di Adriana Isabel Acquisto, Liliana Barberis, Terry Bertelli, Maria Rita Bertuccelli, Patrizia Bonazelli, Antonella Brizioli, Stefania Carollo, Gianni Casu, Sergio Cavallerin, Giovanna Cigala, Ignazio Colagrossi, Mariana Cornea, Carmelo Fabio D’Antoni, Paola De Pascale, Fabrizio De Santis, Rita D’Emilio, Luisa Fabris, Mirko?Ferrero, Lucia Filippi, Fulber, Enrico Frusciante, Viviana Fiorentini, Giuliana Maddalena Fusari, Lorella Gallina La Dama del Lago, Graziella Geremia, Annamaria Girardi, Maria Ausiliatrice Laterza, Barbara Legnazzi, Leonardo Leone, Michele Macchia, Enrico Magnani, Giovanna Magaddino, Matteo Mancini, Giovanni Marchini, Iros Marpicati, Fernando Masi, Leia Mihailova, Laurita Mazapan, Nuuco, Ireneo Melaragni, Alessandro Mattia Mazzoleni, Giovannino Montanari, Franco Paletta, Dana Pandici, Francesca Pettinato, Giorgio Pica, Dannie Praed, Enrico Porro, Mauro Proci, Adriana Rasica, Giampaolo Razzino, Roberto Re, Maria Elena Ritorto, Lucrezia Rolle, Pietro Rossi, Bruno Russi, Sarkos, Beatrice Sansavini, Antonio Saporito, Irene Sarzi Amadè, Roberto Sgrosso, Frank Sisca, Christel Sobke, Greta Staltari, Sigrid Thaler, Eleonora Tranfo, Giorgio Turchetti, Jucci Ugolotti, Francesco Vidic, Barbara Vistarini, Francesca Witzmann, Letizia Zombory.
CLARA BENCIVENGA
DIRETTRICE ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI VIENNA
Gli ultimi 25 anni dell’arte contemporanea italiana sono caratterizzati da un profondo cambiamento nelle poetiche artistiche e nel modo di concepire il ruolo dell’artista in rapporto al contesto sociale e culturale. Dopo la stagione, che giunge sino alla seconda metà degli anni ’80, degli ultimi movimenti artistici italiani riconosciuti internazionalmente, l’arte povera e la transavanguardia, entra in crisi il concetto stesso di avanguardia e, soprattutto, quello di movimento. Si delineano in quegli anni esperienze artistiche eterogenee, non assimilabili a poetiche del passato, esperienze che esprimono una creatività libera da modelli di riferimento, e fondate su un rapporto diretto con la realtà. La situazione italiana d’inizio anni ’90 è una situazione problematica: troppo poco centrale e strutturata per imporre i propri linguaggi artistici, la nuova produzione dell’arte italiana conosce un forte periodo di isolamento. Schiacciati dal peso della generazione precedente, i giovani artisti che si affacciano al panorama artistico in quel periodo hanno pochissimi riferimenti e occasioni di confronto espositivo, e il loro sforzo è quello di condurre una ricerca che sappia distinguersi in modo netto rispetto alle precedenti esperienze dell’arte italiana già internazionalmente conosciute e apprezzate. La seconda metà degli anni ’90 segna il verificarsi di un ennesimo passaggio generazionale, in coincidenza con radicali trasformazioni in ambito sociale e culturale, determinate da un utilizzo ormai generalizzato delle nuove tecnologie, e che riflette i profondi cambiamenti in atto nel mondo occidentale. Le nuove tecnologie determinano una trasformazione della nostra stessa idea di esperienze, perché a quella fisica viene a sostituirsi quella mediata. L’immagine diviene lo strumento privilegiato di conoscenza del mondo, in un sistema in cui il concetto di realtà, riferito ai mezzi di comunicazione, si basa su regole nuove. I processi cosiddetti di globalizzazione e la critica alle ideologie determinano una apertura sia tematica che fisica dei confini tradizionali dell’arte: tematiche quali quelle del confine e della ridefinizione identitaria divengono il fulcro della riflessione artistica. E’ il periodo in cui l’interesse sull’arte si sposta anche a livello geografico su culture e tradizioni sino a quel momento considerate ‘marginali’ o locali. Superato il concetto stesso di avanguardia, l’arte subisce anche un processo di istituzionalizzazione: il cosiddetto ‘sistema’ dell’arte, rappresentato da quel tessuto che va dall’istituzioni museali alle scuole d’arte, dalla promozione all’estero alla comunicazione, acquista una importanza cruciale nelle dinamiche culturali legate alla produzione e divulgazione dell’arte contemporanea. In questo contesto svolgono un ruolo importante di promozione e diffusione dei nuovi linguaggi artistici alcune istituzioni museali con una conduzione più agile, spesso lontane dai grandi centri, affidate a critici e direttori ‘militanti’, il cui programma include intensi scambi con il panorama artistico internazionale. Dal MAXXI di Roma, al MADRE di Napoli, al Castello di Rivoli di Torino, al Palazzo delle Papesse a Siena, alle Gallerie d’Arte Contemporanea di Torino e Bologna, ai Centri d’Arte Contemporanea di Roma e Milano, mentre d’altro canto un fondamentale lavoro di ricerca e promozione è svolto intanto da alcune fondazioni italiane, tra cui cito almeno la Fondazione Adriano Olivetti (Roma), Fondazione Ratti (Como), Fondazione Re Rebaudengo (Guarene, Alba), Fondazione Teseco (Pisa), Fondazione Querini Stampalia (Venezia). Gli artisti italiani dell’ultima generazione hanno un approccio critico e aperto ai diversi media, dalla pittura, alla scultura, dalle installazioni alla videoarte, pur lavorando in continuità con l’identità artistica italiana. Tale identità si concretizza nell’interesse per la forma e in un coinvolgimento con l’opera che oltrepassa la distanza concettuale, caratteristica delle tendenze degli ultimi anni, per riappropriarsi di un rapporto anche emotivo con l’opera d’arte. Il loro lavoro è caratterizzato dalla contaminazione tra diversi ambiti, come l’arte, l’architettura, il video e la multimedialità. D’altro canto, la loro generazione è cresciuta con l’annullamento dei confini culturali e geografici, dal che risulta una commistione di linguaggi e di mezzi espressivi. Proprio in questa linea identitaria si colloca questa bella mostra, significativamente denominata “Sentieri di pensieri. Bellezza e sperimentazione in Italia dal ‘900 ad oggi, da Guttuso a Boetti”, che l’Istituto di Cultura di Vienna ospita con grande piacere nei propri spazi in occasione del Semestre di Presidenza Italiana della UE. L’obiettivo della rassegna – mirabilmente ideata da Guido Folco, che ringrazio sentitamente per il suo impegno, e promossa dall’Associazione Culturale Galleria Folco, dal Museo MIIT e dalla rivista “Italia Arte” di Torino – è infatti quello di creare un percorso attraverso i cambiamenti e le correnti artistiche che oggi caratterizzano il panorama artistico nazionale italiano, per valorizzarne proprio l’aspetto più importante, quello culturale, che da sempre unisce e connota l’Italia intera nel mondo: la mostra illustra visivamente questa comune ed inconfondibile cifra culturale che attraversa in modo trasversale, eppure univoco, il nostro panorama artistico contemporaneo.
Partners dell’iniziativa: Aspim Europa, Reale Mutua Castello, Tactica, Museo della Memoria di Lipari, Notizieinunclick, Traspi.net, 33Contemporary Gallery, ZB Art Center, Italia Arte International Web Tv,
“Sentieri di Pensieri. Bellezza e sperimentazione dal ‘900 a oggi”.Istituto Italiano di Cultura, Ungargasse 43, A – Vienna
Inaugurazione Opening Vernissage Inauguración: 16-10-2014, h. 19.00 Mostra Exhibition Exposition Ausstellung
Exposición: 16-10-2014 / 14-11-2014
Orari: da Lunedì a Venerdì: 9-13; Lunedì, Mercoledì e Giovedì 14-16; Martedì 14-19
e su appuntamento
Info: Italia Arte, Corso Cairoli 4, Torino – Tel.?+39 0118129776
info@italiaarte.it – www.italiaarte.it
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