‘VENEZIA in BIENNALE’ – PALAZZO ALBRIZZI CAPELLO, SALA DELLA PACE
PRIMA E SECONDA SESSIONE ESTATE 2022
IN OCCASIONE E IN CONTEMPORANEA ALLA 59a BIENNALE INTERNAZIONALE D’ARTE DI VENEZIA
AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA
E ALLA MOSTRA INTERNAZIONALE DEDICATA AL ‘FIFTH MOON GROUP’
IL PIU’ IMPORTANTE GRUPPO DI ARTISTI CINESI CONTEMPORANEI DAGLI ANNI ‘50 AD OGGI

PRIMA SESSIONE DELLA MOSTRA
Nell’ambito della collettiva anche la personale di Luciano Bonetti intitolata “Vicine lontananze”, emblema e suggello del periodo pandemico che ancora stiamo attraversando. La serie, nata successivamente a quella intitolata “Finestra sul tempo”, ne rappresenta la perfetta continuazione, coerente e intensa nel linguaggio e nello stile. L’albero solitario è simbolo iconico e universale, terreno e spirituale, che in tutte le culture del mondo antico e moderno rappresenta la vita, la speranza, l’afflato verso l’infinito e la divinità. Nei mondi di Luciano Bonetti il panteismo assume valenza primaria e la natura diventa metamorfica fisicità dell’Uomo e del Dio. In questi recinti, in questi confini racchiusi da campiture cromatiche, l’artista individua e circoscrive un’idea metafisica di tempo e di spazio, silente, visionaria, profetica.
In mostra anche i lavori di Gabriela Berest, Federica Bertino, Daniela Bianchi, Joseph Coudijzer, endORfine, Laura Fasano, Mattia Fassi, Albert Flury, Guido Forlani, Enrico Frusciante, Giuliana Maddalena Fusari, Jessica Gabbai Poliakoff, Maria Pia Giacomini, Roberta Gulotta, Vito Matera, Manuella Muerner Marioni, Barbara Pecorari, Serenella Sossi, Josefina Temìn, Marilena Visini, Francesca Witzmann.
Gabriela Berest dedica all’Ucraina la sua opera simbolo della guerra, drammatica e monito per l’uomo di ogni tempo. Il suo teschio ha un linguaggio crudo e dallo stile nordico, tipico dell’arte europea impegnata e di denuncia. Federica Bertino lascia al segno libero, istintivo il compito di narrare storie del cuore, memorie e ricordi, emozioni e riflessioni sul tempo, sulla vita, sull’amore Il suo bosco e la sua poesia in pittura dedicata all’amore ci parlano di affetti mai sopiti, di metamorfiche presenze che abitano i nostri occhi e i nostri cuori. Daniela Bianchi esprime con una pittura espressiva ed essenziale tutta la potenza e la profondità del suo sentire, con colori accesi, vibranti e un segno sempre rapido e gestuale. Il bianco e nero è invece la sorprendente cifra stilistica di Josef Coudijzer, artista eclettico e raffinato, che nell’orror vacui della sua composizione introduce personaggi e scene da interpretare e ricondurre alla tradizione antica. endORfine è invece un brand che nasce dalle donne per le donne, rendendole protagoniste della loro esistenza tramite il lavoro e l’impegno nell’arte e nel design: borsette realizzate a mano raccontano storie e prendono i nomi delle tante donne che endORfine segue e incoraggia sulla strada della vita. Laura Fasano crea atmosfere e sperimenta tecniche dal dinamismo espressivo immediato ed onirico. Le sue visioni sono paesaggi dell’anima intense e profonde. Mattia Fassi è artista ormai scomparso, ma sempre valido nella sua interpretazione realistica del mondo e della vita contadina di un tempo. Attraverso i suoi dipinti è possibile rivivere gli antichi mestieri, le scene campestri tipiche di una volta, documenti veri e propri del nostro passato. Albert Flury è raffinatissimo artista inglese e in questo dipinto raffigura ‘la’ favola nel suo sfavillante abito da sera, ricco di dettagli e bellezza. Icona della contemporaneità, ma anche del sogno, la Duchessa di Cambridge è resa da Flury con realismo e poesia al contempo. Guido Forlani ci parla del mondo, della società, dell’esistenza e lo fa con il colore e il segno, all’apparenza inesplicabile, sovrapposto, intricato, ma forse proprio per questo così aderente al vero. Nella sua poetica la speranza ha sempre il sopravvento sulla realtà così spesso difficile e deludente e ci ricorda come la potenza espressiva dell’arte possa in definitiva diventare un’arma potente contro l’indifferenza e le brutture del mondo. Enrico Frusciante scatta, sceglie, scompone, ricompone, crea: la fotografia, la videoarte, la computer art, la pittura si sovrappongono nella sua visione della creatività e il movimento si blocca nell’istante pixellato della tecnologia, fino a rendere unici i suoi sguardi attenti sull’oggi. Giuliana Maddalena Fusari presenta tre lavori ad acquerello su carta, materiale che predilige per la sua effimera esistenza, proprio come la vita che l’artista interpreta in ogni sfera dell’emozione. Jessica Gabbai Poliakoff, architetto e artista, presenta una delle sue tante creazioni sperimentali e lo fa con il materiale principe di Venezia: il vetro. Nella sua lampada arte e design si incontrano per un risultato davvero sorprendete e vibrante di luce. Maria Pia Giacomini ama la tradizione, la pittura classica, senza fronzoli e i suoi paesaggi, le nature morte, i bouquets di fiori ci narrano della sua infanzia, dei suoi mondi distesi tra le montagne e i laghi. Roberta Gulotta, appassionata di cinema, letteratura, pittura, testimonial internazionale dell’Annuario del Cinema Italiano & Audiovisivi presenta una delle su particolari opere su tela tonda, in cui si dipanano storie di personaggi famosi, di scienziati, miti, icone della contemporaneità e del passato, unendo uno stile ricercato e raffinato a una tecnica e a un talento unici. Vito Matera sperimenta i materiali e li pone al servizio della sua idea di bellezza e di libertà. Le sue composizioni sono sempre delle idee in movimento e in trasformazione e la luce e il colore si fondono mirabilmente. Manuella Muerner Marioni, artista svizzera allieva di Niki Saint Phalle, lavora pittura, vetro, gioielli, cristalli, mosaici, creando figure, immagini, tra pittura, scultura, fotografia, disegno. Eclettica e vulcanica, la sua arte rispecchia la personalità sempre alla ricerca di nuove soluzioni per raccontare la società e la vita. Barbara Pecorari è artista simbolo della nostra epoca globalizzata e lo è con le sue pitture che riproducono banchi di luccicanti sardine… La ricerca del materiale, la composizione affollata di segni e pennellate, di occhi e forme sinuose diventano simbolo della nostra società, di questo terrore della solitudine che attanaglia il mondo e che ci rende tutti uguali, vicini, potenti se solo riusciamo a condividere il nostro futuro. Serenella Sossi e la sua idea di arte sono ben rappresentati in quest’opera in cui il concetto diventa immagine e la sintesi espressiva si nutre di infiniti significati. L’universale verticalismo del taglio della tela, della linea che divide e percorre lo spazio, possono essere letti in molteplici chiavi, dalla femminilità alla creazione, dalla spiritualità all’amore… elementi comunque sempre contigui all’idea di bellezza. L’artista messicana Josefina Temìn utilizza materiali naturali e riciclabili, come, in questo caso, il legno e la carta, dando vita a una sorta di origami in cui la carta prende le forme di farfalle posate sulla corteccia di un tronco. Suggestivo, evocativo, interessante mondo espressivo legato alla natura. Sempre intensa e diretta nella sua visione della femminilità e della vita è invece l’arte alta di Marilena Visini: i legami del corpo e dell’anima altro non sono che le paure che ci ancorano alla vita, senza le quali emozioni, vittorie e sconfitte non potrebbero costellare la nostra esistenza. Sensuale, pura, carnale, la sua arte è specchio del subconscio e del cuore. Francesca Witzmann è tra le maggiori fotografe contemporanee e nella sua lunga carriera ha immortalato reali, attori, personaggi famosi, ma anche scene quotidiane, eventi storici, ricorrenze con un taglio personalissimo e cinematografico nel loro dinamismo compositivo. Grande interprete della contemporaneità, Francesca Witzmann in uno scatto riesce a raccontare storie ed emozioni personalissime o universali.
SECONDA SESSIONE DELLA MOSTRA.
La seconda sessione della mostra si è inaugurata domenica 11 settembre a Palazzo Albrizzi Capello, F.ta San Andrea, all’insegna della continuità e della coerenza artistica con la sessione precedente, che ha visto la partecipazione di autori italiani e stranieri.
Palazzo Albrizzi è infatti meta privilegiata dei tanti turisti italiani e stranieri che affollano Venezia in questi mesi per l’appuntamento della Biennale d’Arte Contemporanea. L’esposizione “Venezia contemporanea-Venice in Biennial” si inserisce quindi a pieno titolo tra le principali iniziative culturali della città lagunare.
Nell’ambito della collettiva si possono ammirare le due mostre personali di Adriano Savoye e Giuseppe Oliva.
Adriano Savoye nasce a Valgriseenche, in Valle d’Aosta, ma inizia a viaggiare fin da giovane, restando affascinato da Francia e Inghilterra. Decide infine però di stabilirsi a Toronto, in Canada, formandosi alla locale scuola d’arte, per proseguire gli studi presso il George Brown ed il Centennial College. Inizia a dipingere per hobby nel 1964, occupandosi da sempre di turismo e comunicazione e facendo la spola tra il Canada e l’Italia. Savoye nasce come pittore realista, per poi avvicinarsi al genere impressionista, ma non disdegna, ancor oggi, il surrealismo e la sua corrente. Il soggetto prevalente nelle sue opere è quello paesaggistico, gli scorci dei villaggi e le sue montagne valdostane. Le sue opere, vive e gioiose a livello cromatico, sono eseguite su tela, cartone, tavola, mentre le tecniche più utilizzate sono l’olio, l’acquerello e l’acrilico. Fa parte dell’Associazione Artisti Valdostani.
Giuseppe Oliva dipinge la libertà e l’infinito. L’infinito: è questa bramosia irrefrenabile di libertà che ci assale al cospetto delle opere di Giuseppe Oliva. Siamo aria, vento, cielo, diventiamo onde, spuma, corrente, sabbia… nella metamorfosi sognata dalla nostra anima tutto si fonde, tutto si compenetra e il colore diventa luce, vibrazione, abbacinante desiderio di purezza. Giuseppe Oliva dipinge per trasmettere emozioni ed ognuno di noi può ritrovarne di personali di fronte ai suoi mari senza confini, alle increspature luccicanti e abbacinanti nelle luci di un tramonto o di un’alba. Siciliano di origine, Giuseppe Oliva nasce a Vittoria, in provincia di Ragusa, il 13 ottobre del 1949. All’età di undici anni si trasferisce a Trapani. Lì trascorre gli anni dell’adolescenza e della gioventù, durante i quali effettua i suoi primi esperimenti artistici. L’ambiente trapanese lascerà una traccia profonda nella sua futura opera. Nei paesaggi marini, in particolare e nei blu increspati delle sue acque, che saranno il leitmotiv di gran parte della sua produzione artistica. A ventisei anni approda a Varese, dove esercita diverse professioni: prima funzionario dell’Intendenza di Finanza, poi consulente in materia di manifestazioni e, infine, attualmente, responsabile della divisione promozioni dell’Agenzia di pubblicità Slang Comunicazione di Milano. Nelle opere di Oliva il profondo sud del Mare Mediterraneo e l’alto nord delle colline varesine convivono, in un’infinita gamma di azzurri e di verdi. Anche se nelle sue tele prevale sempre il sapore salmastro della sua terra d’origine.
In mostra anche i lavori di Domenico Amato, Concetta Barsà, Emilio Candiloro ‘Candilio’, Gianfranco Coccia, Gessica Toffanin, Sonia Coschignano, Michele Di Leo, Mattia Fassi, Enrico Frusciante, Giuliana Maddalena Fusari, Jessica Gabbai Poliakoff, Loris Maria Pediconi, Adriana Pellegro, Claudio Rabino, Sergio Rapetti, Maria Elena Ritorto, Annalisa Silingardi, Rodolfo Soldi, Roberta Gulotta.
Domenico Amato presenta un’opera in tecnica mista, quasi una pittoscultura ricca di dettagli, materiali, collage, che richiama le antiche opere orientali. Concetta Barsà è presente con due opere essenziali, simboliche, metafisiche nella loro essenzialità. Condotte tra figurazione e astrazione, le tele spiccano per contrasti cromatici ed equilibrio formale. Emilio Candiloro ‘Candilio’ conduce una ricerca e una sperimentazione molto personale che unisce varie tecniche e materiali, tra videoarte, fotografia, design. Gianfranco Coccia espone i suoi ultimi lavori, opere ri-create digitalmente e ri-generate in unico esemplare retouché su Fine Art Halnemuhle W. Turner 310 gr.Gessica Toffanin ha una pittura figurativa-astratta in cui il segno, il gesto pittorico e il colore si fondono mirabilmente con tecnica e suggestioni visive lasciando il segno libero e dinamico. Sonia Coschignano interpreta con stile e personalità informale la sua visione del mondo e della società, delle problematiche attuali e del contesto quotidiano in cui viviamo. La sua pittura è libera e cromaticamente intensa. Michele Di Leo, professore di Tecniche pittoriche all’Accademia di Bari, ama sperimentare e ricercare materiali diversi e tecniche informali. La sua arte guarda al presente, alla società di oggi, osservata con attenta ironia. Mattia Fassi è artista ormai scomparso, ma sempre valido nella sua interpretazione realistica del mondo e della vita contadina di un tempo. Attraverso i suoi dipinti è possibile rivivere gli antichi mestieri, le scene campestri tipiche di una volta, documenti veri e propri del nostro passato. Enrico Frusciante scatta, sceglie, scompone, ricompone, crea: la fotografia, la videoarte, la computer art, la pittura si sovrappongono nella sua visione della creatività e il movimento si blocca nell’istante pixellato della tecnologia, fino a rendere unici i suoi sguardi attenti sull’oggi. Giuliana Maddalena Fusari presenta tre lavori ad acquerello su carta, materiale che predilige per la sua effimera esistenza, proprio come la vita che l’artista interpreta in ogni sfera dell’emozione. Jessica Gabbai Poliakoff, architetto e artista, presenta una delle sue tante creazioni sperimentali e lo fa con il materiale principe di Venezia: il vetro. Nella sua lampada arte e design si incontrano per un risultato davvero sorprendete e vibrante di luce. Loris Maria Pediconi presenta l’opera “Salviamo i bambini con la Pace” e il titolo racconta già tutto. Una pittura astratta, allusiva, simbolica e intensa. Adriana Pellegro è maestra della ceramica e presenta due opere molto differenti tra loro, ma entrambe suggestive e personali: una scultura-installazione di cuoio e ceramica e un vaso in tecnica Raku. . Claudio Rabino è un cantore del colore, della pittura impressionista, dal vero, dinamica, gestuale. Le sue opere sono racconti in pittura e ci permettono di viaggiare nella sua anima e tra le sue emozioni. Sergio Rapetti ha iniziato ad esporre i suoi lavori ad olio su tela nel 1984. Le opere spaziano principalmente tra il figurativo e l’astratto impressionistico. Dagli anni novanta si dedica anche alla scultura su legno e scrive poesie. Maria Elena Ritorto presenta un “Angelo” dalla pittura lieve e delicata e dall’intensa espressività del soggetto. La sua arte è sempre apprezzata a livello internazionale per la splendida tecnica e la visione emozionale dei soggetti. Annalisa Silingardi gioca con i materiali, li assembla, li sovrappone, crea universi di fantasia ricchi di suggestioni ed emozioni. La sua arte è sempre giocosa, viva, pulsante, ma nella cromaticità si celano anche sempre messaggi e simbologie. Rodolfo Soldi è sempre stato considerato il pittore dei Clown. Scomparso nel 2020, la sua arte trasmette emozioni e vitalità, ma anche sentimenti contrastanti tra la gioia e la malinconia. Molto amato e conosciuto nel suo territorio del Monferrato, Soldi si è sempre distinto per tecnica e mestiere. Roberta Gulotta, appassionata di cinema, letteratura, pittura, testimonial internazionale dell’Annuario del Cinema Italiano & Audiovisivi presenta una delle su particolari opere su tela tonda, in cui si dipanano storie di personaggi famosi, di scienziati, miti, icone della contemporaneità e del passato, unendo uno stile ricercato e raffinato a una tecnica e a un talento unici.
Sul sito www.italia-arte.it è possibile visionare e scaricare le fotografie liberamente pubblicabili dell’inaugurazione e dell’allestimento.
PALAZZO ALBRIZZI CAPELLO
FONDAMENTA SAN ANDREA – VENEZIA
ORARI: DA MARTEDI A SABATO 10-13 E 15-18
MUSEO MIIT – ITALIA ARTE – ASSOCIAZIONE CULTURALE GALLERIA FOLCO
C.so Cairoli, 4 – 10123 Torino – Tel. / Fax: 011.8129776
Guido Folco – Tel. 334.3135903 email: info@italiaarte.it – www.italiaarte.it
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