TORINO INCONTRA FRIDA
Quell’arcata sopraccigliare spiccata e inconfondibile, come brand di riconoscimento autentico di se stessa e dell’opera d’arte!

Quell’arcata sopraccigliare spiccata e inconfondibile, come brand di riconoscimento autentico di se stessa e dell’opera d’arte! È così che Magdalena Carmen Frieda Kahlo Calderon, meglio conosciuta come Frida Kahlo, nata il 6 luglio 1907 a Coyoacan (sobborgo di Città del Messico), approda maestosa nella Cittadella Militare di Torino, quasi a simboleggiare il messaggio di pace, come quando nel 1952 la sua attivazione di raccolta firme per la pace, non passa inosservata nelle creazioni artistiche dell’amato Diego Rivera, che la rappresenterà nel suo murale, “ l’incubo della guerra e il sogno della pace”. Inizialmente Frida Kahlo viene attratta dalla pittura rinascimentale, curando un interesse particolare verso i dipinti di Modigliani e Francesco Maria Mazzola, ovvero il Parmigianino, artista del ‘500, emerso dopo la scomparsa di Raffaello. Una scoperta del tempo odierno in cui si incrociano due mondi di ampia narrazione: fra le mura cinquecentesche del Mastio della Cittadella si stagliano opere del ’900, oggettistica, ritagli documentali, il complesso del vestiario dell’artista, la ricostruzione di arredi personali, il cui effetto sorprendente, trasborda in una permanenza cerebrale, acquisendo un mondo marcatamente sensibile, dove tutto è l’esistenza del tutto. Il mondo della Belle Epoque dove s’ingarbugliano l’arte, la scienza, l’industria, il commercio, la politica, la guerra e i turbinii. Tutti elementi corposi che sintetizzano e determinano l’espressione artistica e stravagante di Frida Kahlo. Analizzando attentamente alcuni dipinti come “Il ritratto di mia sorella Cristina” del 1928, entra un gioco stilizzato e graduale dell’arbusto, che induce il fruitore a respirare lo spazio esistente, proiettato sullo sfondo della tela. I ritratti in primo piano, compreso il sopra citato, sono caratterizzati dalla rigidità dei profili umani, lineamenti duri, quasi regalando allo spettatore orgoglio profondo e rigorosità morale, contestualizzati anche dall’ambiente politico, sociale e familiare. La personalità di Frida è racchiusa in una sfera di prigionia, dentro un reticolato, ma con un imponente desiderio di realizzare la libertà individuale, dell’essere donna, unita all’ esternazione del bisogno di vita. Una rincorsa repentina verso l’incessante condizione di cancellazione della malattia e del dolore. Attanagliata dall’ossessione di un amore possessivo verso il marito Diego Rivera, che vorrebbe ripetutamente afferrare solo per sé, ecco che i dipinti risultano mescolati insieme alla valenza autobiografica, evidenziando quella sottile narrazione dell’Eros, che si concentra non solo intorno all’attrazione violentemente fisica. L’Eros diventa infatti l’elemento protagonista che sazia anche la parte spirituale. Non dimentichiamo l’effigie del suo uomo, contemplato come un mantra dentro il 3° occhio spirituale. Un’anticonformista, l’autrice, dalla personalità contradditoria, derivante sicuramente dalla bramosia di amore e dal desiderio di essere amata, a cominciare dal legame materno, quel sogno infranto già dal periodo dell’allattamento, attraverso una figura esterna ed estranea: la balia. E poi l’amore passionale travolgente e contrastato verso quell’uomo che continuava a tradirla, con una tale insoddisfazione, sfociata nell’autolesionismo e nel rimorso del peccato, rappresentato dalla icona-scimmia, come vuole la simbologia popolare messicana. In qualche ultima opera artistica, Frida Kahlo dipinge il cane, un richiamo mitologico azteco: Nahual, il dio della morte, quasi una consapevolezza della sua Fine. Oggi le mura silenziose del Mastio, sede del Museo di Artiglieria, accolgono la bellezza palpabile e folkloristica dei colori, correlata da una visione sensoriale, schermate, vestiari, ricordi, traspirano quel sentore triste-ironico, e nello stesso tempo passionale, di Frida Khalo che grida Amore Eterno. Un progetto culturale del Ministero della Difesa, attento a promuovere la valorizzazione del patrimonio strutturale dei complessi militari e ne incrementa il significato storico-artistico. Il vernissage ha aperto le porte al 30 settembre alla presenza del Gen. Mauro D’Ubaldi, Comandante per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, ed hanno accolto l’invito molti ospiti altolocati. La mostra è stata realizzata con il patrocinio di Regione Piemonte; Comune di Torino; Ambasciata del Messico in Italia; CCIAA di Torino; Consolato del Messico a Torino; Consolato del Messico a Milano; Camera di Commercio italiana in Messico, in collaborazione con il Museo Storico Nazionale di Artiglieria. Produzione di NAVIGARE, Società di Arte & Cultura. L’Esposizione è stata curata da Vincenzo Sanfo, Maria Rosso, Antonio Toribio Arévalo Villalba, Milagros Ancheita, Alejandra Matiz e Sergio Uribe.
‘Frida Kahlo. Il caos dentro’. Mastio della Cittadella di Torino. Orario: lun-ven 9.30-19.30; sabato e festivi 9.30-21. Fino al 26-2-2023. www.mostrafridakahlo.it
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